Azienda Socio Sanitaria Territoriale Lariana
Sede Legale: Via Napoleona, 60 - 22100 Como
CF e Partita Iva: 03622110132
In occasione della XXXIII Giornata Mondiale del Malato, che ricorre l’11 febbraio, la messa delle ore 16 nella chiesa del Sant’Anna, è stata celebrata dal vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni.
Padre Alessandro, insieme a don Giovanni, ha portato i saluti dei cappellani del Sant'Anna, invitando tutti "a farsi prossimi a chi è nel dolore".
Nell'omelia il cardinale ha ricordato come "tutti siamo chiamati a farci pellegrini di speranza" sottolineando come ha scritto papa Francesco nel suo messaggio, che "la speranza è come una luce nella notte".
"Certo, non è facile rimanere forti e affrontare con serenità i momenti di sofferenza, toccati nella carne dalla malattia, esperienza questa che fa parte, presto o tardi, della vita di tutti noi" ha proseguito il vescovo. E ancora "È consolante la forza della fede che ci permette di sperimentare che il Signore non ci abbandona mai e ci dona la tenacia di affrontare le tempeste della vita, nella certezza di non essere lasciati soli".
"Stando al capezzale dei malati - ha concluso Cantoni - impariamo a credere e nello stesso tempo diveniamo messaggeri di Dio. Ci scopriamo un’unica famiglia, tutti sullo stesso piano, bisognosi di consolazione e insieme pronti a consolare. Da qui un ringraziamento a tutti voi, medici, infermieri, familiari, amici, sacerdoti perché dovunque siete, con la vostra opera e già con la vostra stessa presenza, siete un inno alla dignità umana, un canto di speranza".
Al termine della messa il cardinale ha visitato alcuni pazienti ricoverati in Rianimazione, nella degenza Medica 1 (che ospita pazienti oncologici e geriatrici) e nel reparto di Neurologia e Riabilitazione.
L'omelia del vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni
La Giornata del Malato e il messaggio di Papa Francesco
“La speranza non delude” (Rm 5,5) e ci rende forti nella tribolazione” è il titolo del messaggio di Papa Francesco per la XXXIII Giornata Mondiale del Malato. La Giornata viene celebrata l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes. Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. Ecco, quindi, che nel contesto dell’Anno Giubilare 2025, al centro del quale vi è proprio la speranza, quanti prestano assistenza ai sofferenti, hanno “un ruolo speciale”. Il vostro “camminare insieme”, scrive Francesco, “è un segno per tutti, un inno alla dignità umana, un canto di speranza, la cui voce va ben oltre le stanze e i letti dei luoghi di cura in cui vi trovate”. È uno stimolo e un incoraggiamento nella carità, anche se non facile, alla “coralità della società intera”. Nell’esperienza della malattia, osserva il Papa, ci sono tre aspetti che caratterizzano il lavoro di vicinanza a chi soffre: l’incontro, il dono, la condivisione.
L’incontro quando si sperimenta la vicinanza e la compassione di Dio nel tempo della fragilità. Il dono: mai come nella sofferenza ci si rende conto che ogni speranza viene dal Signore. E la condivisione, infine: i luoghi in cui si soffre sono spesso luoghi di condivisione, in cui ci si arricchisce a vicenda. Quante volte, sottolinea Francesco, al capezzale di un malato “si impara a sperare”, come pure a credere e a scoprire l’amore. “Ci si rende conto di essere “angeli” di speranza, messaggeri di Dio, gli uni per gli altri, tutti insieme: malati, medici, infermieri, familiari, amici, sacerdoti, religiosi e religiose”. “Ed è importante - conclude il pontefice - saper cogliere la bellezza e la portata di questi incontri di grazia e imparare ad annotarseli nell’anima per non dimenticarli: conservare nel cuore il sorriso gentile di un operatore sanitario, lo sguardo grato e fiducioso di un paziente, il volto comprensivo e premuroso di un dottore o di un volontario... Sono tutte luci di cui fare tesoro che, pur nel buio della prova, non solo danno forza, ma insegnano il gusto vero della vita, nell’amore e nella prossimità”.
Il testo completo del messaggio si può scaricare dal sito della Sala Stampa della Santa Sede.